INTRO


il 17 dicembre del 2009 c’è la presentazione pubblica del primo numero di SCHEDA.


Nella presentazione si affermava che questa rivista (cartacea e online) mirava alla comunicazione autentica.


Cosa si intendeva?

SI intendeva la comunicazione che mira a coinvolgere l’altro per superarsi, per rispondere a un richiamo del futuro, per approssimare sempre più un’idea di essere umano che non ritroviamo nella realtà.

Ciò risponde a una tendenza specificamente umana ma scatta solo in quelle occasioni in cui si percepisce la possibilità di questo superamento.


Quando tale percezione non c’è la comunicazione è semplicemente convenzionale, sta sopra le cose per lasciarle come sono.

La scelta fu quella di parlare alla città, a partire dalla propria città, Prato, per dialogarci. Prato non era da intendere come città chiusa, ma come città che ha al suo interno le complessità del mondo.

Non parlare dunque delle specificità di Prato, ma di ciò che a Prato, è universale.


OGGI


Dalla fine del 2009 ad oggi SCHEDA ha fatto un lungo cammino, dalla sua redazione ristretta e allargata (le presentazioni pubbliche di ogni numero), sono passati gran parte degli artisti e degli intellettuali della città e dell’area metropolitana.

I numero della rivista si sono rarefatti mentre sono cresciuti gli interventi, invasioni artistico-culturali di varie realtà cittadine, fino ad elaborare una linea molto semplice: quella di ANDARE ALLA GENTE, dove la gente c’è.

Una volta elaborata la linea nella sua semplicità, questa ha avuto il potere di articolarsi in mille sfaccettature e sottigliezze.

Adesso stiamo lavorando a vari progetti, soprattutto a un progetto europeo con l’ambizione di ricostituire il tessuto sociale di alcune zone cittadine, insieme ad altri sei paesi europei.

Ne riparleremo, vi informeremo, vi ascolteremo.