INTRO
il 17 dicembre del 2009 c’è la presentazione pubblica del primo numero di SCHEDA.
Nella presentazione si affermava che questa rivista (cartacea e online) mirava alla comunicazione autentica.
Cosa si intendeva?
SI intendeva la comunicazione che mira a coinvolgere l’altro per superarsi, per rispondere a un richiamo del futuro, per approssimare sempre più un’idea di essere umano che non ritroviamo nella realtà.
Ciò risponde a una tendenza specificamente umana ma scatta solo in quelle occasioni in cui si percepisce la possibilità di questo superamento.
Quando tale percezione non c’è la comunicazione è semplicemente convenzionale, sta sopra le cose per lasciarle come sono.
La scelta fu quella di parlare alla città, a partire dalla propria città, Prato, per dialogarci. Prato non era da intendere come città chiusa, ma come città che ha al suo interno le complessità del mondo.
Non parlare dunque delle specificità di Prato, ma di ciò che a Prato, è universale.